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Caporalato, Pisani: “Le aziende devono convenzionarsi alla rete del lavoro agricolo di qualità”

Con l’arrivo della stagione della raccolta delle pesche nelle Piane di Sibari e Cammarata l’attenzione degli inquirenti resta alta. Il fenomeno del caporalato, tornato a far notizia nelle ultime settimane grazie a due operazioni dei Carabinieri di Corigliano Calabro e della Guardia di Finanza di Sibari, è stato oggetto delle riflessioni del segretario Fai-Cisl provinciale, Antonio Pisani. «Emerge, ancora una volta un quadro inquietante- ha commentato Pisani – lavoratori costretti a giornate interminabili, dalle sette del mattino al pomeriggio inoltrato, con una paga da fame che non supera le dieci euro al giorno, che quotidianamente subiscono abusi e soprusi di ogni tipo.

Nel territorio della Piana di Sibari, molte volte il caporalato si traveste da forme “paralegali”: cooperative senza terra, come vengono comunemente chiamate, in cui esistono soltanto le braccia sfruttate da un solo titolare, che recluta le squadre».

L’esponente della Fai-Cisl provinciale s’è detto molto preoccupato proprio per l’imminente inizio della stagione peschicola, che rischia di moltiplicare casi di questo tipo, se non si interviene dando piena attuazione alla legge 199. Il riferimento è alla seconda parte della normativa, quella che istituisce in ogni provincia una sezione della Rete del lavoro agricolo di qualità, a cui sovraintende una cabina di regia composta da rappresentanti ministeriali, dell’Agenzia delle Entrate e delle politiche attive del lavoro, dell’Inps, delle regioni, dei datori di lavoro e dei lavoratori subordinati, a cui le imprese possono partecipare.

«La piaga del caporalato ha continuato Pisani è inesorabilmente legata alla situazione economica della nostra terra. Dobbiamo prendere di petto la situazione, incentivando le imprese a convenzionarsi alla Rete del lavoro agricolo, ripensando all’organizzazione dell’intero comparto, per promuovere una nuova gestione virtuosa, utilizzando strumenti strategici come il Distretto agroalimentare di Sibari». Questa la soluzione proposta dalla Fai Cisl di Cosenza.

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